EX vs GENITORE

Se chiudere è doveroso per comprendere il senso di una relazione finita – o in pausa – chiudere veramente diventa difficile per i genitori separati. 

Perché ci si separa dal partner, ma si rimane genitori. 

Il buon senso dice: dobbiamo collaborare per il bene dei figli. È l’equivalente del «rimaniamo amici», sono come i buoni propositi per l’anno nuovo, raramente li mantieni. Devo dimagrire e andare in palestra e poi… 

Bene, quando ci sono i figli, non è possibile chiudere completamente i rapporti con l’altro, come potrebbe fare un qualsiasi ex che stacca e si dedica ad una nuova vita. 

Due genitori separati non possono «non parlarsi» e nemmeno confrontarsi su tutto.

Ho visto genitori nel mio studio che si davano quasi le spalle e non si rivolgevano la parola se non per insultarsi. Comunicavano esclusivamente per messaggio scritto o per mail, per lasciare traccia. Per ogni questione su cui non riuscivano a raggiungere un accordo erano gli avvocati a scriversi, fino al punto che la comunicazione attraverso i legali era l’unico modo per passarsi informazioni sul figlio. E questo, senza dubbio, è mancanza di buon senso e ragionevolezza.

All’estremo opposto, la ragionevolezza produce effetti collaterali ben peggiori della conflittualità quando i due genitori separati tentano di «confrontarsi su tutto», pretendendo di essere avvisati dall’altro su ogni dettaglio della vita del figlio quando non è con loro e pensando di dover decidere insieme, cioè essere d’accordo, su tutti gli aspetti della vita, non solo quelli definiti dalla legge.

Quindi per uno bisogna discutere, comunicare, informare, mentre l’altro vuole meno contatti possibili. 

Un modo di essere insieme pur essendo separati. Con questo non dico che questo tipo di funzionamento equivalga al piede nella porta della puntata precedente, cioè alla fantasia di tornare insieme. Ritengo che questo schema interattivo si installi su persone fragili, poco attente o poco sicure nella propria competenza educativa, e sia una specie di compensazione: abbiamo traumatizzato nostro figlio e ora dobbiamo dimostrargli che ci siamo entrambi. Ora, certamente la separazione è un trauma, ma può essere tranquillamente superato da una collaborazione vera, non posticcia. Che rispetti gli spazi e l’autonomia, nella fiducia reciproca.

Come fare, quindi, quando la comunicazione dei genitori separati, gli ex, è necessaria ma non gradita?

Quando una coppia di genitori separati ha difficoltà di comunicazione chiedo loro di partire dai fondamentali.

Si scrive (messaggi per informazioni rapide, mail per proposte). Meglio evitare la telefonata, se non per estrema urgenza o emergenza. 

Quindi ritorniamo all’ABC della comunicazione.

Ho osservato che – nostro figlio è disattento a scuola.

Penso che – descrivo le motivazioni o ciò che mi ha detto

Propongo che – gli diamo una punizione e assumiamo un’insegnante di ripetizione

Tu cosa ne pensi?

Evitiamo di usare: toni aggressivi, ironia se non sarcasmo, emoticons e simili. Siate sintetici: le informazioni e i pensieri vanno esposti in modo semplice e diretto. Osservazione – pensiero – proposta – richiesta all’altro.

Lo so. Può sembrare una soluzione rigida, scolastica, adatta ai bambini. Ma chi ha esperienza in ambito giuridico conosce gli eccessi che si leggono negli screenshot delle conversazioni whatsapp tra genitori. In cui si scivola dalla proposta senza spiegazioni all’insulto in un nanosecondo. Chi invece sta ascoltando e ha la sensazione di perdere il controllo della comunicazione con l’altro genitore, mi accontenti. 

Provate a seguire lo schema. Ho osservato che – penso che – propongo che – tu cosa ne pensi? Che effetto vi fa? Che risposta avete ottenuto?

Lo so. Può sembrare una soluzione rigida, scolastica, adatta ai bambini. Ma chi ha esperienza in ambito giuridico conosce gli eccessi che si leggono negli screenshot delle conversazioni whatsapp tra genitori. In cui si scivola dalla proposta senza spiegazioni all’insulto in un nanosecondo. Chi invece sta ascoltando e ha la sensazione di perdere il controllo della comunicazione con l’altro genitore, mi accontenti. 

Provate a seguire lo schema. Ho osservato che – penso che – propongo che – tu cosa ne pensi? Che effetto vi fa? Che risposta avete ottenuto?

Comunicare efficacemente è il primo passo per separare internamente l’idea di ex da quella di genitore. L’ex può anche non esistere per me, ma devo parlare all’altro genitore. Sì, perché alla fine ci ho fatto un figlio.

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